Valdocco, il cantiere a impatto zero

Di fronte all’Environment Park sorge il lotto Valdocco del Parco Dora: circa 70.000mq di parco, all’interno del quale sono stati impiantati 320 esemplari arborei di 4 specie diverse (querce, lecci, ciliegi da fiore, peri da fiore), realizzate  zone sosta, aree gioco per bambini e un gioco d’acqua di 370 m di lunghezza per 4 di larghezza che caratterizza il confine tra l’area Valdocco e gli uffici dell’Envi-Park.

Un’altra delle caratteristiche più interessanti di questo lotto del Parco risiede nel cantiere che ha portato alla sua realizzazione: per la prima volta, quantomeno a Torino, quello del lotto Valdocco può essere definito davvero un cantiere a impatto ambientale zero. Che cosa vuol dire? A inizio lavori si è calcolata l’emissione totale di anidride carbonica per la realizzazione dei quell’area di parco, valutata in circa 257 tonnellate. Sulla base di questo dato, sono state programmate delle azioni di compensazione, con lo scopo di portare a zero l’impatto delle emissioni del cantiere sull’ambiente. In primo luogo l’impresa aggiudicataria dei lavori ha acquistato 145 alberi, donati alla Città per contribuire alla dotazione di verde pubblico e alla produzione di ossigeno. Come previsto dal protocollo di Kyoto, sono stati acquistati crediti per azioni di riforestazione in America Latina. Infine, è stato predisposto un impianto fotovoltaico in grado di dare energia ai 152 corpi illuminanti a led distribuiti sull’area di parco, in modo da diminuire i consumi energetici a carico della città. Si tratta di un modello positivo, coerente con la realizzazione di un parco e con la filosofia del rispetto ambientale, che potrà essere riproposto in futuro su altre opere pubbliche della città.

Ma non è questa l’unico intervento innovativo in materia ambientale del lotto Valdocco: oltre la tombatura della Dora è in corso un progetto di cui Torino è rappresentante per l’Italia nell’ambito di una rete europea impegnata sul tema del recupero delle terre inquinate da metalli, tipiche delle aree recuperate dopo la dismissione di stabilimenti industriali. In quest’area, compresa tra il fiume e corso Mortara, è stata accumulata terra proveniente dagli scavi eseguiti nell’area delle vecchie fabbriche, su cui sono stati piantati alberi e arbusti per avviare un processo di “phytoremediation”: l’intento è quello di estrarre attraverso le radici gli ioni di metallo pesante, portarli sulle foglie e, prima che queste cadano, rimuoverle e portarle in discarica per la distruzione. L’anno successivo l’operazione si ripete con la crescita di nuove foglie: questo processo, reiterato per un certo numero di anni, dai dodici ai quindici, consente di bonificare a costi bassissimi con del verde il terreno inquinato. Su Valdocco la sperimentazione, innovativa per Torino e per l’Italia, durerà due anni; dopo questo periodo di prova, una volta valutati i risultati in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università, la massa di terra verrà spostata in un’altra area per continuare il processo di bonifica e lasciare posto al completamento del parco.